La musica
L’espressione “colonna sonora”, nel caso di un film, ad esempio, è quanto mai appropriata, in quanto la musica, come una colonna, sostiene il film stesso. Sostiene l’attenzione di chi lo guarda, emoziona chi dall’esterno si immedesima nei personaggi e nelle trame che si delineano. La musica svolge un’analoga funzione portante nella ricerca dell’espressione teatrale. I protagonisti vivono qui in prima persona le situazioni emotive che la musica contribuisce a stimolare. La ricerca musicale consiste nell’andare a scovare i brani che suscitino emozioni, e questo avviene durante tutto il percorso sperimentale, ma non è che un aspetto. Infatti, non posso trascurare la ricerca “con” la musica, che ogni individuo porta dentro di sé e che si distribuisce nell’armonia del gruppo, stimolato da melodie e ritmi, ascoltati e prodotti. La musicalità del corpo stesso è incessantemente presente nel ritmo del cuore e del respiro. Rito e ritmo, come ho già detto, hanno una stessa origine etimologica, che ben si spiega nell’aspetto religioso (nel senso più vasto del termine), rituale. Sistole-diastole, inspirare-espirare, rumore-silenzio. Ogni membro di queste coppie richiama l’altro, a riempire «un vuoto che si riapre continuamente, non un vuoto negativo o passivo, ma un vuoto attivo: un vuoto, una specie di spazio femminile dello spirito che è là per essere riempito, appunto, dalla nostra crescita conoscitiva.»[44]
Ogni volta che entriamo in palestra, senza intenzionalità manifestiamo un ritmo: il semplice camminare per prendere consapevolezza dello spazio, è ritmo. Per il nostro progetto di ricerca è interessante notare che , se all’inizio vedo un ritmo per ognuno dei partecipanti, poco per volta , senza consegne specifiche, il ritmo diventa uno: il ritmo del gruppo.
La musica è anche ascolto, immedesimazione con diverse atmosfere culturali proposte sonoramente. Melodie ed armonie celtiche catturano immediatamente l’attenzione. Fanno pensare ad una memoria ereditata di una cultura occitana.
Ciò nondimeno è straordinario vedere come musiche e sonorità presentate evochino con rapidità rappresentazioni sociali di culture, come quelle balcaniche e arabe, abitualmente lontane dalla nostra quotidianità.
Ascoltare la musica significa anche percepire le pause, i silenzi; e quando questi non sono sostenibili, così come con il movimento posso provare a riempire gli spazi vuoti, con i rumori, i suoni e la voce, riempio il tempo.